SARA SANTAGOSTINO

Un momento difficile

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Il momento più difficile è stato quando ho dovuto procedere al rimpasto di giunta ed esplicitare a qualcuno che ha fatto un pezzo di strada insieme a te, mettendo professionalità, tempo e valori che è arrivato il tempo del distacco, quello forte e violento, non necessariamente condiviso. Difficile perché è una relazione che termina, e non sempre termina nel migliore dei modi. Affrontare le emozioni difficili serve a crescere anche se fa male. Come si cresce in una comunità, a volte bisogna cambiare strada e nella fatica e nel dolore trovare sempre la crescita personale e di chi ti sta attorno.

Sara Santagostino. Ottobre 2020, Settimo Milanese. Uno spaccato della città alla fine di una giornata lavorativa nell’ottobre 2020. L’orizzonte si confonde con il primo piano, la pozzanghera  “contiene” tutto ciò che le sta attorno. Lo scorrere delle stagioni si vive anche attraverso i colori della natura: ogni attimo porta in sé una caratteristica unica e singolare. La vita è il susseguirsi di relazioni uniche e singolari che unite creano panorami accoglienti che stanno bene anche nelle “pozzanghere”. Mi lascio coinvolgere da tutto ciò che mi circonda. Mi adatto, faccio la mia parte, trovo il mio posto, ma cerco sempre la parte bella: quella che ricarica, quella che ti fa dire “ne è valsa la pena”.

Sara Santagostino, Pero: Urban wall. Anche se la parete può sembrare impervia e impossibile molti sono gli appigli e le vie che possono essere scoperte per arrivare al traguardo. La fatica è alleviata da chi, da terra, protegge la tua salita. Ho lasciato spazio alla fatica. Quella che, anche se fa male, alla fine ti porta in cima.

Un luogo importante

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Il luogo più importante è la sede del Comune. Per tanti motivi, ma anche per l’esperienza amministrativa che sto facendo ormai dal 2009. Come è importante la sede del comune di Settimo Milanese lo è anche quella degli altri Comuni di tutto il Rhodense che ho più volte visitato per condividere progetti, momenti e confronti.

Sara Santagostino. Il Melograno del vicino di casa, Settimo. Le foglie ingiallite lasciano spazio al frutto ormai pronto al raccolto. L’albero ogni anno produce il proprio frutto così come fa l’uomo con la propria vita. Il cuore del melograno è composto da tanti piccoli rubini che saturano lo spazio, dando significato alla crescita e alla maturazione. Mi sento uno dei tanti rubini.

Le persone importanti

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Le persone più importanti della mia comunità sono tutti i cittadini, perché ognuno ha il suo posto, ha il suo valore. Ammetto, però, che all’interno di questa comunità ci sono delle fondamenta di cui non potrei fare assolutamente a meno, sono le persone con cui ho una relazione affettiva o amicale che dura da anni o che ha lasciato un segno importante nella mia vita.

I laboratori di comunità

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Più che a laboratori veri  e propri, partecipo ai seminari, agli agorà, alle giornate di messa insieme dei laboratori e di diverse esperienze. Ho sempre partecipato e penso che continuerò a partecipare perchè sono momenti particolarmente ricchi e importanti. Ogni volta mi stupisco di quello che la comunità porta avanti. Un po’ mi spiace non poter  partecipare, ma l’opportunità che mi viene data da questi momenti o di approfondimento o di condivisione ludico-ricreativa sono comunque momenti belli che mi danno tanta energia e tanti nuovi strumenti.

Sara Santagostino. Il banchetto alla fine di un laboratorio comune. Il primo piano si confonde con lo sfondo. Le persone si assembrano come le portate sulla lunga tavolata. Tutto e tutti insieme. Dopo il lavoro e le riflessioni si condivide un momento necessario per le nostre vite: l’alimentazione. Dopo aver alimentato la profondità delle relazioni, la professionalità, la scoperta del nuovo, la necessità del confronto, alimenti il corpo. Ancora meglio se lo fai fidandoti di chi ha cucinato per te le sue specialità. Così oltra al piacere del mangiare, vivi anche il piacere di scoprire. In allegria e amicizia. Vivo nelle relazioni, con le relazioni, per le relazioni.

Sara Santagostino, Settimo M.se, Palazzo Granaio. Giocano – insieme e contro – generazioni differenti; la sfida è divertimento. Sono i giovani che insegnano ai vecchi o sono i vecchi che lasciano spazio ai giovani? Il bello di una sfida così è che si lotta per la vittoria! La musica (che non ascolto) la sento dentro e sento che è un “universale biografico”.

Sara Santagostino. Inverno 2020, Settimo M.se. Concerto in auditorium Anna Marchesini. La cantante occupa la scena centrale. Lo sfondo si perde perché è solo il contenitore dei protagonisti: l’artista e la musica. La posa della cantante sembra una chiusura tra se stessa e la chitarra, ma in realtà la sua musica e la sua voce sono per il pubblico che resta assente nella fotografia, perché la musica la può sentire anche chi si mette in posizione di ascolto verso l’immagine. Una (la cantante) per tutti (il pubblico); tutte (le note) per una (la musica). Ed è un’altalena tra il generale e il particolare.

Sara Santagostino. Tra il Comune e casa! Fine dicembre 2020. La parte alta di una siepe innevata che si apre sul secondo piano, allargando l’orizzonte. La natura come la vita è in perenne movimento. La foto è un fermo immagine che serve per fare il punto. Saper leggere indietro e voler andare avanti al domani.

Sara Santagostino. Alla fine del lavoro: gli agricoltori del territorio alla fine dello spazzamento.

Sara Santagostino. Dicembre 2020. Davanti a Palazzo  Granaio. Generazioni diverse in un abbraccio grande in un anno strano. Legami, affetti, colori!

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