Irene Corsico. 3 Febbraio 2020, Garbagnate Milanese, ASST – Rhodense Ospedale Guido Salvini di Garbagnate Milanese. Workshop: arte musica e corpo. In quest’immagine si osserva la mano di un/una cittadino/a o di un/a operatore/trice, presente alla giornata di inaugurazione del progetto “CULT – Culture Pazienti” intenta a dipingere, in modo totalmente libero e spensierato, su un telo bianco adagiato a terra nel corridoio dell’ospedale. Il soggetto della foto lascia il suo segno sul grande telo, integrandolo a quello di tutte le altre persone che l’hanno lasciato prima di lui. L’immagine ritrae una piccola scena e un piccolo momento di quella giornata, ma se fosse possibile allargarla, si potrebbero vedere tutte le altre persone, probabilmente una trentina tra cittadini ed operatori, presenti all’inaugurazione e intenti a osservare ciò che stava avvenendo o a cimentarsi anch’essi nell’attività artistica. Tra loro, tante bellissime persone incontrate nelle mie esperienze di stage e lavoro tra Rho ed Arese su altri progetti e servizi. Le comunità si intrecciano nella bellezza che cura!
Irene Corsico. 3 Febbraio 2020, Garbagnate Milanese, ASST – Rhodense Ospedale Guido Salvini di Garbagnate Milanese. Workshop: arte musica e corpo. Nell’immagine è possibile vedere delle persone, cittadini e/o operatori, coinvolti nella giornata dell’inaugurazione del progetto “CULT – Culture Pazienti”, connesso con i luoghi di cultura e incontro dei territori limitrofi, in particolare Rho e Arese: abbiamo offerto un workshop artistico dove chiunque ne avesse avuto il piacere, poteva liberamente partecipare. In primo piano un gesto di condivisione tra due persone che si scambiano un pennello; intorno a loro altre persone che partecipano attivamente all’attività oppure osservano semplicemente quello che sta accadendo; al centro il grande telo bianco, già pieno di colore, su cui ognuno, se lo desiderava, poteva lasciare un segno esprimendo liberamente la propria creatività. Sullo sfondo è possibile vedere il corridoio dell’ospedale con il via vai di gente che, talvolta incuriosita, lanciava uno sguardo verso di noi o si fermava a osservare. In questa foto colpisce la possibilità di stare insieme, di condividere un momento e di “lasciare un segno”. Con ciò non si intende esclusivamente l’atto concreto in sé (ossia la semplice pennellata sul telo o il passaggio dell’oggetto da una persona all’altra), ma anche tutto ciò che non era tangibile e che è rimasto dentro i partecipanti anche dopo, quando l’attività era ormai conclusa e ognuno era tornato alla propria vita: il ricordo e l’affettività del momento. Sicuramente, se dovessimo entrare oggi nell’ospedale, il clima sarebbe molto diverso e probabilmente ciò che vedremmo sarebbe un via vai frenetico di medici e infermieri, indaffarati e stremati, chiamati ogni giorno a confrontarsi con la disperazione e la drammaticità della situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Dentro di me, la speranza che porto è che in un qualsiasi punto del pavimento su cui si è svolto il workshop sia rimasta una piccola macchiolina di tempera colorata, come a ricordare e lasciare un segno di quel momento; come se il clima di quel giorno non se ne fosse mai totalmente andato e potesse in minima parte rimbombare nell’atrio… Sperando che qualcuno, forse un medico preso dallo sconforto, possa vederla e pensare, nonostante tutto, “Andrà tutto bene”.
Irene Corsico. Marzo 2019, Rho, Sede di #OltreiPerimetri. Nella foto due operatori sociali. Sullo sfondo delle locandine di alcune iniziative promosse dall’#Op finalizzate alla promozione e al sostegno del Welfare di comunità nel territorio Rhodense. Questo selfie, probabilmente scattato in un momento di break come ricordo della collaborazione lavorativa, acquista oggi un valore ancora più importante, dato il momento difficile che stiamo tutti affrontando a causa dell’emergenza sanitaria. Un momento in cui le spensierate chiacchierate tra colleghi nelle “pause caffè”, sono diventate ormai un ricordo lontano, a seguito dell’adozione, per ovvi motivi di sicurezza, di modalità lavorative da remoto. Un momento in cui vedere due persone a meno di un metro di distanza e senza mascherine ci sembra strano, quasi pericoloso, anche se la foto in questione risale a due anni prima. Un momento in cui dobbiamo un po’ tutti riscoprire il piacere di “vestirsi” e togliere le pantofole per andare al lavoro o per incontrare un amico.