La mia storia
Direi che la mia storia non si è mai discostata da un bisogno di vita fatto di valori e di creatività continua nella serena convivenza con i famigliari e gli amici e nell’amore per la mia compagna di vita.
Gilberto Fucili. 1 dicembre 2020. Arese. Camilla nello studio del nonno. Per motivi di necessità Camilla era potuta passare a casa nostra. Poco prima era stata dal dentista per un controllo. Diversamente dal solito non si era subito buttata sulle attrezzature audiovisive dello studio come era solita fare, ma con aria un po’ distaccata, guardandomi, forse pensava già al giorno dopo quando anziché vedersi con i suoi compagni della seconda media si sarebbe ancora una volta dovuta posizionare davanti ad un vuoto schermo che trasmetteva solo immagini e nessun vero calore.
Un luogo in cui mi piace stare
Del Rhodense, che prima conoscevo poco e che ho imparato a conoscere da quando abito dal 1986, devo dire che pur apprezzando tutta la vitalità dell’intero territorio, non vedo luogo diverso da apprezzare quanto la mia Arese.
Gilberto Fucili. 25 ottobre 2020. San Giorgio su Legnano. Il traguardo. Foto in casa di mia figlia Roberta. Chi se lo aspettava di riuscire ad arrivarci quando la nostra vita di coppia iniziò. Il traguardo si avvicinava e già da anni pensavamo a come quel giorno avremmo festeggiato con le nostre figlie e nipoti. Ma gli eventi sono sempre imprevedibili: la prima figlia Isabella infermiera e trasferita per lavoro ad Ancona, con il Covid già in attività nella seconda ondata a frenare sogni di assembramento. Ma ecco arrivare la bella sorpresa. Dopo il pranzo dalla seconda figlia Roberta e la torta dei cinquant’anni, nostra nipote Camilla ci porta al computer e ci sciorina sotto agli occhi un filmato con musica in sottofondo didascalie da far accapponare e tante tante foto dei nostri anni di vita matrimoniale. Foto che subdolamente Camilla ci aveva sottratto nel tempo con varie scuse e stratagemmi. Un momento di vera commozione e lacrime, impagabile.
Gilberto Fucili. Primavera 2007. Barcellona, la Rambla. Foto fatta da mia moglie Luisa. Quando i miei amici la videro esclamarono: cavolo è arrivato Gomorra! Fu una bellissima gita con la compagnia dei viaggi di Valera (Giulilo). Ero con mia moglie Luisa e mia figlia Roberta, che l’anno dopo diventò mamma. La costa Brava con le sue rinomate località di vacanza già iniziava a prepararsi per l’imminente stagione di vacanza. E poi l’affascinante Barcellona dopo le Olimpiadi con il suo avveniristico Porto, le sue fontane di luci e soprattutto le sue Rambla. Fu lì che mia moglie mi ritrasse quel giorno a ricordo di una indimenticabile vacanza.
La comunità
Il momento in cui ho sentito più vicina la comunità è stato quando dal parroco di San Bernardino ci giunse l’invito alla messa per l’anniversario dei nostri 20 anni di matrimonio. Non me l’aspettavo proprio, mi sono sentito calorosamente parte della comunità.
I laboratori di comunità
Iniziai a collaborare con il laboratorio di comunità per anziani soli. Mi spinse il desiderio di essere utile, disponendo del mio tempo per aiutare chi ne potesse beneficiare. Nel laboratorio ho avuto modo di conoscere altri volontari sensibili e impegnati con cui confrontarmi sui temi della socialità e della generosità. Un caro caposaldo di incontro e di reciproco svelarsi che fa veramente sentire di essere partecipi della nostra comunità.
Gilberto Fucili. 29 novembre 2020, Arese. Bosco in autunno. Quando, passeggiando mi accostavo al boschetto che chiude sul fondo il parco della Roggia ad Arese, notavo sempre una fitta quasi impraticabile vegetazione che chiudeva ogni vista. Dava l’impressione di un luogo inaccessibile e misterioso che incuriosiva e che volentieri avrei visitato e attraversato, se solo fosse stato più rado ed accessibile. Un bel dì, forse perché della tenuta del luogo furono incaricati i Rangers dell’UNITER di Arese, ripassando in zona mi si presentò chiaro e luminoso e di una bellezza fresca e viva. Lo ammirai, lo attraversai e non mancai di immortalarlo in questa bella foto.
Giberto Fucili. 21 novembre 2020, Arese. Transumanza ad Arese. Un bel dì, di un pre-inverno chiaro e limpido, nel prato che precede via Valera e via Cantù, sento fruscii e movimenti, ecco alla vista la vastità di un grande gregge. Pecore, cavalli, cani e pastori impegnati a sostare e nutrirsi in una tappa della transumanza. Subito le persone di passaggio, sorprese e munite di smartphone, immortalarono l’evento. Chissà da dove arrivava questo gregge e da quanto tempo si muoveva per passare dai caldi pascoli montani ai luoghi di stazionamento per la stagione rigida. Nota di vita della Natura e fuggevole immagine per gli abitanti delle zone urbane strappate al verde.