“È bello ritrovarvi e ritrovarsi. Abbiamo condiviso pezzetti di strada o lunghi tragitti ed essere qui il venerdì pomeriggio è testimonianza di quanto il lavoro di tessitura di legami tra operatori sia stato profondo e prezioso. Tutti e tutte a vario titolo avete attraversato il progetto e sapete quanto il cibo sia stato un elemento fondamentale di OP, un elemento di unione forte. Ogni pietanza che si rispetti deve essere preparata con attenzione, procedendo con cura alla scelta degli ingredienti. Vi domandiamo allora: quali sono i 5 ingredienti immancabili di OP, quelli che hanno lo hanno reso ciò che è?”
Con queste parole Chiara introduce il laboratorio social-culinario che ci attende.
Un momento di riflessione e piano piano la nuvola di “mentimeter”, lo strumento di lavoro che utilizziamo sempre più spesso dopo la rivoluzione tecnologica imposta dal lockdown, prende forma e si riempie di parole.
Prendete una buona dose di “condivisione”, un foglio bianco ancora da scrivere e mettetelo su un tavolo, circondato da idee, immagini, sogni, un progetto e delle aspettative.
Ogni cosa, ben pensata e pesata, avrà un suo momento di utilizzo, quindi non abbiate fretta. In questi anni la condivisione è stata fondamentale: ci siamo presi e prese per mano, ognuno/a con la propria fatica, pensieri ed emozioni, ognuno/a con un ruolo e le sue specifiche competenze. Tutti questi elementi sono stati presi con delicatezza e messi su un piatto, shakerati e ridistribuiti tra tutti, in maniera omogenea, rendendo così “la fatica meno faticosa”, come ci racconta Camilla, presidente dell’Associazione Genitori di Arese.
La condivisione viene seguita e miscelata con un secondo ingrediente: la “contaminazione”, QB.
Contaminazione ha significato far dialogare tra loro realtà che fino a quel momento si ritenevano lontane, è l’elemento che fa da legante, l’uovo che con la sua consistenza garantisce che le varie fasi della ricetta possano coesistere, senza separarsi nei vari elementi che la compongono.
L’utilizzo di questo ingrediente è stato essenziale per allenare lo sguardo, per capire – ad esempio – che un educatore finanziario non è legato solo e soltanto al mondo della produttività, dell’interesse e del guadagno, ma anche a una dimensione educativa, di sostegno, di condivisione di un percorso, di insegnamento e fiducia.
Prendere ora del “sostegno”, un ingrediente portato non solo dagli operatori e dai professionisti ai cittadini, ma anche da operatori/operatrici ad altri/altre operatori/operatrici, da cittadini ad altri cittadini e anche da cittadini a operatori, in un gioco di combinazioni e scambi.
Mettere ora un’abbondante spolverata di “sperimentazione”, il pepe del progetto, ciò che dà sapore. Questo ingrediente è stato presente sul tavolo della nostra cucina fin dall’inizio.
OP è stato una sperimentazione permanente, un’onda di creatività pedagogica unica; non ci si è mai sentiti/e arrivat/ei. È stata una sperimentazione che ci ha permesso di muoverci verso nuovi concetti, parole e luoghi con una forte potenza immaginifica, ci racconta Michela.
Per concludere, aggiungere chili e chili di “innovazione”. Francesca ci spiega che ha sempre avuto la sensazione che OP portasse novità sul territorio, novità che hanno poi avuto ricadute sulle altre realtà: nuove pratiche e nuove prassi che sul territorio non si erano mai viste. Mettere in forno, a temperatura bassa, per una cottura lenta e uniforme. Utilizzare la funzione “forno ventilato”, per fare in modo che il calore si propaghi in maniera omogenea, permettendo alla pietanza di rimanere croccante all’esterno e morbida all’interno. Cuocere per circa 5 anni in modo tale che si crei una struttura solida e resistente che dia al progetto la giusta stabilità, pur mantenendo morbido l’interno, forte dei legami comunitari che piano piano, con l’avanzare della cottura, si vanno creando.
É una ricetta che prevede infinite varianti: ogni comunità può aggiungere il proprio ingrediente segreto, rendendola unica. Questa è la variante che ha proposto e sperimentato il progetto di Oltre i perimetri sul territorio del Rhodense e, se vi andrà di provarla, aspettiamo le testimonianze del risultato ottenuto.