La mega agorà con gli amministratori

5 Febbraio 2021• di Jessica Cremonesi

Il venerdì pomeriggio porta con sé delle sensazioni strane: da un lato il pensiero del weekend che sta per iniziare, e quindi energia e voglia di fare, dall’altro spesso ci trasciniamo la stanchezza della settimana che abbiamo alle spalle e che, a volte, rende le ultime ore della giornata davvero faticose. E così, con questa miscela di sensazioni che ognuno portava con sé, operatori del progetto Oltre i perimetri-Rica, assessori e sindaci del Rhodense si sono ritrovati nell’ormai consueto spazio virtuale di Zoom, per quella che è stata amorevolmente ribattezzata Mega Agorà.
Quello che il termine Agorà porta con sé ce lo siamo raccontati più volte, condividendo la bellezza dell’immagine di una piazza colma di persone, luogo di incontro e di scambio. É quel mega che oggi fa la differenza. Mega perché è forse la più importante lungo il nostro cammino. È quella in cui invitiamo alla partecipazione attiva i nostri πολιτικοι, quella in cui chiediamo loro di fare ciò che hanno fatto anche i loro cittadini, di mettersi in gioco con pensieri ed emozioni. E così, ognuno incasellato nel proprio schermo, ci ritroviamo, ci aspettiamo, e partiamo.
Iniziamo spiegando loro cos’è quel WebDoc di cui, da lungo tempo, sentono parlare: una collezione di materiali di diversa natura raccolti in un unico contenitore, un album di memorie condiviso per valorizzare il patrimonio narrativo raccolto in questi anni sul nostro territorio e per pensare insieme a “come si fa quello che abbiamo fatto”.
In fondo, fare un racconto di comunità non poteva che essere fatto in una logica comunitaria, perché che senso avrebbe avuto affidare a un altro un racconto che può essere scritto come autobiografia? Cittadini comuni da un lato, πολιτικοι e operatori dall’altro, che si raccontano per fare insieme la storia del presente della propria terra, condividendo il sogno di renderla accessibile a tutti, ciascuno in base al proprio sentimento: si potranno ascoltare voci, leggere lettere, guardare fotografie per ritrovare, magari, luoghi e volti noti.
L’atmosfera si rinvigorisce, l’introduzione fatta da Stefano Laffi scalda i cuori, scioglie i pensieri, e tutto diventa semplice, partecipato e sentito.
“Immaginate dei luoghi: se potessi andare via adesso, dove andrei nel mio territorio? Qual è il posto che mi fa sentire rigenerato e felice?”
Questa prima domanda serve a sciogliere il ghiaccio, e con parole attente e curate prende forma una “cartografia del cuore”; si parla di parchi, giardini, piste ciclabili, luoghi naturali che le persone, nel tempo, hanno avuto la capacità di abitare e reinventare, per dargli la propria impronta e in questo modo farli loro. Si racconta, si riflette, e ascoltando “L’anno che verrà” si scorre la galleria dei nostri smartphone per cercare immagini che raccontino di noi-comunità, e di noi nella comunità.
Questa è la prima di una serie di domande che animano un pomeriggio di febbraio con un cielo plumbeo e il freddo dell’inverno che bussa alle finestre. Ma lì, in quel momento, i nostri schermi si animano, i nostri cuori parlano e raccontano di noi, delle persone che siamo, di ciò che amiamo. E, allora, quella fatica con cui alcuni di noi hanno iniziato il pomeriggio scompare, il tempo scorre veloce e anche chi inizialmente aveva altri impegni che lo chiamavano al rapporto, rimane fino all’ultimo secondo in cui gli è possibile. Sorrisi, saluti e ringraziamenti per aver saputo colorare un pomeriggio con immagini e parole, come solo una comunità viva può fare.

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione. più informazioni

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close