Barbara Ambrosini

Sono Barbara, ho 49 anni, quasi tutti vissuti a Rho, dove abito stabilmente dall’età di 6 anni. Sono nata e cresciuta all’interno della comunità parrocchiale di San Vittore dell’oratorio Casa del Rosario e San Carlo, all’interno del quale ho maturato le mie più importanti scelti di vita, tra cui quella del matrimonio con Stefano e quella dell’adozione di tre ragazzi. Sono tre fratelli colombiani con noi da 13 anni. Grazie a loro ho potuto vivere l’esperienza di comunità legata alla scuola, alle varie associazioni sportive e all’oratorio. Ho fatto volontariato nell’oratorio e sono stata una delle persone cha hanno fondato la Bottega del Mondo di Rho, che adesso si trova in via De Amicis. Da quando ho adottato i ragazzi ho dovuto rallentare i ritmi, perché erano impegnativi da seguire. Da poco mi sono rimessa in pista e dedico del tempo a me e agli altri, frequentando il gruppo di lettori volontari di “Leggi che ti passa”, con il quale stiamo iniziando a portare avanti una serie di iniziative per la cittadinanza Rhodense.

La seconda domanda ci chiede di riflettere su quale luogo vorremmo che fosse diverso. Io senza ombra di dubbio affermo che vorrei che fosse diversa la realtà dell’oratorio, in particolare dell’oratorio San Carlo. Il mio sogno è che ritorni ad essere un luogo vivo, un luogo aperto soprattutto per ragazzi, adolescenti, diciottenni, giovani, ragazzi come i miei figli che in questo momento si ritrovano al parco. Non riesco a concepire perché sia un luogo chiuso, potrebbe essere un luogo in cui le istituzioni del Rhodense collaborano per renderlo un luogo vivo, ricco, carico di emozioni, di storia, di voglia di fare. Se metà dei laboratori di #Op fossero svolte all’interno dell’oratorio San Carlo sarebbe un luogo di una ricchezza incredibile e invece è un luogo che è perennemente chiuso. Quello che dovrebbe essere una chiesa aperta voluta da Papa Francesco qua a Rho è blindata. Quante iniziative potrebbero essere svolte all’interno dell’oratorio San Carlo: cineforum per i ragazzi, laboratorio di teatro, laboratorio di scrittura, laboratorio di musica. Cultura è vita, vita vera dove far vivere i ragazzi. Questo vorrei che diventasse l’Oratorio San Carlo.

Se penso alla mia esperienza, ho sentito la mia comunità vicina il giorno del battesimo dei miei ragazzi. Alla Messa delle 10 in parrocchia San Vittore c’era l’intera comunità un po’ per curiosità, un po’ per la gioia di condividere con noi quel momento – così come tutti i momenti di festa che si sono susseguiti in occasione delle tappe importanti della vita dei ragazzi. Con l’esperienza che sto vivendo adesso in #Op e con “Leggi che ti passa” non ho ancora avuto una vera esperienza di comunità. Abbiamo sempre fatto delle esperienze in piccoli gruppi. Mi piacerebbe che l’esperienza che ho appena iniziato a vivere sia un’esperienza che mi faccia sentire la comunità vicina. Ora non posso parlarne perché è ancora presto, ma spero di poterlo fare in futuro.

L’esperienza che sto vivendo nel gruppo lettori volontari “Leggi che ti passa” sta facendo nascere molte attività che mi vedono coinvolta, a partire dalla formazione che abbiamo svolto nei primi mesi del 2019 che ci ha portato a vivere alcune letture in luoghi significativi del Rhodense. L’anno scorso a dicembre abbiamo organizzato una lettura di testi di Alda Merini all’interno di #Op cafe. Quest’anno è nata l’iniziativa “Che storia!” che vuole portare le letture e video letture alle persone che stanno vivendo anche questo momento del Covid in solitudine o che hanno voglia di sentire una voce amica, stiamo preparando una serie di video racconti da proporre durante i 24 giorni che precedono il Natale. Abbiamo iniziato oggi con il primo video caricato sulla pagina Facebook di #OltreiPerimetri e Fare Diversamente. Ho dato una mano nella preparazione e nell’organizzazione di queste letture coinvolgendo quasi tutta la famiglia.