ANGELA CALVARIO

Uno dei momenti più difficili è stato quando ho dovuto prendere la patente altrimenti avrei sicuramente perso il lavoro. È stato abbastanza difficile perché ho fatto un po’ di fatica a prenderla e perché ho dovuto superare la fobia non essendo più ragazzina. Ci sono riuscita, sono stata determinata, quindi ho mantenuto il mio posto di lavoro perché così potevo raggiungerlo visto che mi ero allontanata rispetto a prima.

Il luogo in cui mi piace stare a Settimo, perché la conosco meglio rispetto ad altri comuni del Rhodense è il parco della Giretta che si estende verso Seguro. È un grande parco che è attraversato da una strada, via Enrico Fermi. È molto vario, permette di fare footing, di poter raggiungere gli orti. Da lì hanno creato altre vie per poter arrivare nella zona della via Statale, via Gramsci, rimane un po’ più isolata però ugualmente c’è questa possibilità. C’è anche il lago artificiale ma comunque molto bello – non so se sia poi così tanto artificiale e si raccorda poi con il fontanile Cagapès. Questo laghetto ospita le germane, che lì nidificano. È molto, molto bello il nostro parco della Giretta.

Nonostante sentissi la solitudine per via della imposizione dettata dal Covid nel primo lockdown, ho sentito la comunità vicina quando ho avuto la possibilità di poter vedere anche altre persone fuori dai balconi, dalle finestre intonare l’inno nazionale o canzoni italiane. Mi sono sentita vicino agli altri, perchè tutti stavamo soffrendo – chi più chi meno – con situazioni diverse e con realtà diverse all’interno della casa. Non è solamente la solitudine, ma poteva anche essere lo stare con persone e non andare d’accordo. Dover rimanere ugualmente in quella situazione non è altro che un subire un qualcosa che non si vuole, non è stato facile.