Andrea Giudici. Io e Silvia, mentre balliamo a una festa a fine 2019. Noi due mentre ci confrontiamo ripassando lo stile, intorno a noi gli altri compagni di danza. Oggi non si va più, le palestre sono chiuse, ma ci esercitiamo in casa.
Andrea Giudici. La mia postazione di lavoro a Milano. A novembre 2019 le postazioni dei colleghi già vuote. Da tempo il lavoro si fa da casa, in smartworking.
Storie
Pensando alla mia storia di cittadino attivo nella comunità di Rho, di solito mi sono ritrovato in alcuni ambiti abbastanza ristretti a determinate ideologie. Questa è l’esperienza che mi è capitata fin’ora. Mi sarebbe piaciuto invece avere uno spazio a Rho condiviso che si potesse frequentare indipendentemente dal credo, dalle opinioni politiche, indipendentemente da tutto. Quindi un luogo dove si potesse passare del tempo in maniera costruttiva e amichevole. Magari uno spazio anche creativo, non per forza uno spazio solo con libri, gioco e divertimento. Un luogo in cui si potesse entrare e dire questo è il luogo per tutti, lo spazio per tutti, dove nessuno si deve sentire imbrigliato in qualche modo di ragionare per poterci essere.
Andrea Giudici. Partita di calcio dei nostri ragazzi, dicembre 2019. Ultima trasferta di campionato. Le magliette bianche e i nostri che parlottano prima del calcio d’inizio. Anche questa attività è adesso in stand by.
Luoghi
Pensando al Rhodense il luogo dove mi sono trovato bene in passato – soprattutto quando avevo i bambini piccoli – era la biblioteca. Uno spazio dove si poteva portare i bambini per farli passare qualche ora sia insieme ad altri coetanei, che ogni tanto si trovavano all’interno della biblioteca, sia per poterli introdurre al mondo della lettura e anche della condivisione di libri, audiolibri, videocassette o DVD, così da inculcare il senso della condivisione degli strumenti per imparare e per crescere. Si passava lì del tempo, si stava a scegliere il libro che si sarebbe letto durante la settimana, o il film che si sarebbe visto, o la musica che poteva tenerci compagnia. Un posto dove scoprire che si possono fare le cose insieme, condivise con altri: la biblioteca.
Andrea Giudici. Bar del dopo calcetto, a Settimo Milanese il giovedì sera, novembre 2019. Si aspetta per cantare con il barista-pianista dopo la sfida. Si attende il via libera per tornare a fare sport divertendosi.
Comunità
La comunità che ho sentito vicina negli anni passati è stata la comunità sportiva del nostro gruppo calcio, una struttura all’interno dell’oratorio. Un ambiente dove ci siamo proposti come allenatori inizialmente e poi come dirigenti del calcio, lo sport che più mi piace. All’interno di questa struttura ci siamo dedicati ai ragazzi per farli crescere da quando erano piccoli amici (come si descrivono le categorie più piccoli), dai 5 anni fino a portarli ai 14/15 anni, quando ormai sono diventati autonomi, ma eravamo ancora lì a condividere con loro emozioni legate al calcio e alla loro crescita di anno in anno. È stato un momento molto coinvolgente nella mia vita di comunità.
Andrea Giudici. Io e Silvia in casa per il Masterchef casalingo. Intenti a preparare la paella. Le attività insieme ci hanno coinvolto e legato in questo periodo di difficoltà. Un periodo al tempo stesso triste per il mondo, ma memorabilmente fantastico per noi e la nostra famiglia.
Laboratori di comunità
Una delle ultime attività di comunità è stata il teatro condiviso presso la sede della mensa comunale, cosa che ho scoperto esserci e di cui non conoscevo l’esistenza. È stata un’esperienza con persone che mi hanno arricchito, con le quali mi sono trovato bene, persone che mi hanno spinto a rimanere, a condividere con loro momenti che sarebbero stati sicuramente intensi, anche in un futuro che non c’è stato purtroppo a causa di questa situazione sociale che ci spinge a rinchiuderci, ma che – come tutto – avrà un termine. Quindi i buoni propositi fatti e i bei momenti passati con la nostra compagnia di teatro spero che si ripetano. D’altronde il fatto di stare bene e divertirsi con gli altri mi ha spinto, e mi spingerà, a proseguire la permanenza in questo gruppo, perché ci si esprime in maniera felice.