Alessandra Maier, Ottobre 2020. #Op Rho. In una fresca sera di ottobre. Laboratorio di comunità recycle sound. Dovevamo pensare a tre parole che descrissero il gruppo. Sui fogli in modo molto creativo due membri del gruppo stavano scrivendo le tre parole. Una parrucca colorata attira l’attenzione e mi fa pensare a quanta “pazzia” il gruppo portasse con sé.
Primo appuntamento laboratori
Il mio primo laboratorio in realtà è stato un inserimento a un laboratorio, quando Marta mi ha presentato ai laboratori che avrei successivamente dovuto condurre, mi hanno presentato a tutto il gruppo delle volontarie della scuola di italiano e anche alle donne che frequentavano la scuola di italiano. Mi ricordo che sono arrivata in una giornata molto calda, erano tutte sedute fuori perché era appena trascorsa la fase critica del lockdown e quindi eravamo tutte fuori in cerchio con queste sedie. Era bellissimo vedere quante culture diverse, quante persone diverse, con quante storie diverse mi sarei dovuta interfacciare nel corso del tempo e lì ho poi capito che era una delle cose più appassionanti e belle che avrei potuto fare.
Alessandra Maier, Ottobre 2020, Lainate. Parco di Villa Litta. Un pomeriggio di ottobre. Laboratorio di arte creativa. Una bimba sta creando la sua opera d’arte con la natura. Consuelo aveva letto loro una fiaba lasciandoli liberi di immaginare. Al di là della foto i genitori dei bambini guardavano e ascoltavano. Poi ognuno di loro ha creato il suo capolavoro.
Alessandra Maier, Settembre 2020, Lainate. Job caffè Lainate. Equipe semi a distanza
In primo piano Barbara che scatta foto a tradimento. Sullo sfondo io e Robi nascosti dalle nostre mascherine. Il pc appare nella foto perché il resto di noi era dietro il monitor. Mi trasmette felicità e speranza perché penso che la forza delle persone abbatta ogni barriera, ogni ostacolo.
Luogo scoperto
Il luogo che ho scoperto del Rhodense è il parco davanti alla biblioteca. Non è stata un grande riscoperta, ma l’ho riscoperto soprattutto durante il periodo precedente al lockdown e posteriore al lockdown. Mi sono ritrovata a poter passare del tempo all’aria aperta con le persone che conoscevo. Era diventato un luogo in cui incontrarci per poi andare a portare la spesa agli anziani. È un luogo che ho iniziato ad apprezzare vedendo come le persone riuscivano a viverlo: chi faceva jogging, chi si sedeva sul prato a chiacchierare con gli amici, gli anziani si sedevano sulle panchine.
Parte della comunità
Mi sono sentita parte della comunità sempre durante il lockdown quando ho deciso di portare la spesa e i farmaci agli anziani. Il senso di gratitudine, il piacere di osservare quegli occhi che ti ringraziavano, l’espressione del viso nascosta della mascherina che copriva tutto il resto è stato per me fondamentale. Ho affrontato quei giorni con una carica in più, consapevole di essere parte di qualcosa di più ampio, qualcosa che mi permetteva di aiutare e di essere un tutt’uno con loro. Quella per me è l’esperienza di comunità più forte in assoluto.
Alessandra Maier, giugno 2020, Lainate. Scuola Cairoli Lainate, riparte il centro estivo.
Un bimbo si appoggia alla mia gamba mentre cerca dei pennarelli per disegnare insieme. Era il momento della rinascita, era il momento in cui tornava ad esserci calore umano e un pizzico di normalità.
Alessandra Maier, gennaio 2020, Settimo Milanese. Quando ancora era possibile vedersi e toccarsi.
In primo piano un cartellone, in gruppo dovevamo sviscerare delle tematiche che aiutassero a sentirci parte di una comunità. “Io ti vedo” scritto in Arancione mi ha lasciato pensare che ora anche solo vedersi è difficile. Guardo la foto e ho nostalgia del tempo in cui davamo per scontato potersi vedere e toccare.