I nostri luoghi: Lainate

11 Dicembre 2020• di Chiara Zappa

Lainate, terra d’acqua e di verde.
Un tempo le facevano il contorno due fiumi, il Lura e il Bozzente si chiamavano, oggi il Canale Villoresi l’attraversa come un lungo specchio, a volte blu-grigio, a volte smeraldo, a volte fango. Che il suo nome significasse “luogo d’acque” poi non è vero, non lo è perché gli studiosi han detto così, che invece vuol dire altro.
Ma studiosi, che dite! Lainate è terra d’acque e di verde che scorrono come piccole vene e irrorano la città di un’energia sotterranea, vitale, antica che non si svela al primo visitatore o a un occhio distratto, ma che si fa conoscere solo dall’esploratore e da chi ha il coraggio di abbandonare i marciapiedi, passeggiare senza meta e accogliere il selvatico e il bello. Da chi sa come si ha a che fare con l’acqua.
Se camminando per Lainate, voleste fare un ritratto dei suoi abitanti, potreste provare ad osservarli mentre vanno a prendere il pane, chiacchierano in piazza, portano i vestiti a riparare dalla sarta, che ancora queste cose si fanno laggiù, a volte perfino a cuor leggero, perché Lainate è una città ma è anche un paese, di acqua si, e anche di mattoni e clorofilla, nato tra un parco e un bosco quasi scomparso. Avrebbe forse la forma del prisma e, se riuscisse a riproiettare tutta la sua luce, sarebbe un arcobaleno. Oppure un ecadecagono, un solido con cento lati, cento sfaccettature, come le persone che abitano la città. Un solido con così tanti lati da smettere di avere spigoli e diventare quasi un cerchio armonioso.
Se poi, rinunciando a fare un unico ritratto, ma continuando a passeggiare, prestaste l’orecchio, sentireste senza dubbio risuonare in alcune vie una musica popolare, allegra, colorata, che costringe il passo a diventare un saltello e le mani a tenere il ritmo. Svoltando a destra invece, per quella strada alberata, sentireste risuonare un jazz caldo, un po’ intimo, anche un po’ triste. Quante note, in un’unica città. Ora siete in Piazza, davanti a voi l’ingresso della Villa Visconti Borromeo Litta e eccovi avvolti da una musica classica, leggera e insieme elegante e da una moltitudine di visioni di antichi fasti, ricevimenti e danze. Forse anche da creature magiche, perché in una notte di mezza estate, quaggiù, può accadere di tutto. Siete nel cuore pulsante di questa città, immersi dall’incanto e dalla magia della Villa e del suo Ninfeo, il “Palazzo delle acque”, un luogo vibrante e un po’ folle. Attenti a non bagnarvi, quaggiù i giochi si fanno con l’acqua. E con che altro?
Dunque, se desiderate capire Lainate, lasciate i marciapiedi e i supermercati a chi ha poca fantasia.
Bagnatevi in queste acque, inzuppatevi di verde, ascoltate la musica per le strade. La realtà, se ascoltata, può superare l’immaginazione.

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