Betty Botturi, Arese, 13 maggio 2019, Radio Web Arese. Durante il lockdown il nostro laboratorio di comunità “Leggi che ti passa” ha tenuto compagnia ai cittadini leggendo tante storie delle serie “Mi racconti di quando” e “Mi racconti di quando a Rho” scritte da volontari qualche anno prima che si formasse il gruppo di letture ad alta voce con la prof. Letizia Buoso. I nostri lettori hanno registrato video che hanno pubblicato in rete su Facebook. Abbiamo fatto un’intervista e gli ospiti eravamo io, Antonino e la nostra mascotte Letizia, lettrice di 17 anni. Ricordo i preparativi, dovevamo scegliere 3 canzoni relative alla nostra esperienza di lettori. Era un nuovo modo di comunicare, ognuno a casa propria, ma vicini. Siamo ancora in questa situazione, ma presto torneremo a stringerci le mani.
Betty Botturi. Questa foto è recente, è stata fatta il 21/10/2020 alle ore 23.00 all’#Op di Via Meda a Rho. Una riunione del gruppo “Leggi che ti passa”. Abbiamo svolto la riunione seduti a debita distanza e con le mascherine. Era nostra intenzione per il periodo dell’avvento organizzare una lettura itinerante con leggende natalizie. Viste le nuove disposizioni, abbiamo pensato a qualcosa di diverso. Sotto le mascherine il sorriso. Le 23 sono arrivate in un soffio e noi, lettori volontari, insieme.
Primo appuntamento laboratori
Il primo appuntamento con “Leggi che ti passa” è stato all’#Op cafe di Via Meda a Rho il 31 Gennaio del 2019. Lo ricordo benissimo perché per me ha segnato la voglia di superare un grande ostacolo: quello di leggere in pubblico. Infatti, speravo che la spinta data dall’essere cittadino attivo, riuscisse a farmi superare questa paura. Quella sera sono arrivata e la sala era gremita di persone. Non conoscevo nessuno, infatti non ho affrontando questo percorso con un’amica, ma ho voluto conoscere nuove persone e intraprendere un nuovo cammino. Devo dire che già quella sera sono tornata a casa con il cuore pieno di emozioni e la voglia di continuare a far parte di questa grande famiglia.
Betty Botturi. Questa è una foto fatta in una serata dedicata ad Alda Merini all’#Op di Rho a Dicembre 2019. Avevamo concordato di vestirci in nero con una nota di rosso. Le nostre facce sono sorridenti e rilassate alla fine della serata. Prima dell’evento eravamo tutti molto tesi, non si trattava di raccontare storie, ma di interpretare le poesie di Alda Merini e per noi era una grande emozione e responsabilità. Il nero fa da padrone in questa foto ma il rosso e l’ambiente circostante danno una luce particolare.
Betty Botturi, Monza, settembre 2016, color run. Faccio parte di un’associazione del territorio che si occupa di bimbi disabili. Ci chiamiamo Abbraccio. Durante le color run il colore blu veniva spruzzato sui partecipanti. Al Circuito di Monza il colore ha invaso tutto, le sensazioni degli abbracci sono state qualcosa che mi sono sempre portata dentro. Abbiamo organizzato tutto: sicurezza, norme da rispettare e ruoli da condividere. È stata una festa di colori, di abbracci e di musica. In primo piano sono io che Abbraccio un piccolo runner, sullo sfondo i nostri volontari colorati.
Scelta importante
La vita che mi ha portato a fare diverse scelte. Da sempre ho amato stare in mezzo alla gente, fare qualcosa per gli altri e stare bene insieme agli altri. Quindi sin da quando avevo i bambini piccoli, ero rappresentante di classe e cercavo di organizzare tantissime cose. Ho fatto parte del gruppo dell’oratorio. Dopodichè, quando ho scoperto che mio figlio era dislessico, ho iniziato a fare diversi corsi, ho collaborato e sto tuttora collaborando 12 anni con un’associazione onlus e sono responsabile di un laboratorio per bambini dsa. Non mi bastava, quindi ho intrapreso anche un percorso in politica, in una lista civica, per cercare di essere più a contatto con la comunità. Fino all’ultima esperienza del 31 Gennaio 2019 del laboratorio “Leggi che ti passa”, bellissima esperienza e bellissimo gruppo di persone. A volte è la vita che ci porta a fare delle scelte, ma non siamo noi che decidiamo di farle.
Comunità vicina
Mio padre era un cittadino molto attivo, tenore presso un coro e chiamato nonno Paolo da tutta la nostra comunità. Casa nostra era sempre aperta per chiunque avesse necessità, era facile trovare gente a cena. Quando è morto, al suo funerale la chiesa e anche il piazzale antistante erano gremiti di gente. Tutti i suoi amici erano venuti a salutarlo. In sottofondo la musica che tanto amava ed i suoi amici l’hanno accompagnato fin davanti alla lapide. Quel giorno, anche i conoscenti che erano venuti per il funerale hanno detto che si respirava tanto amore, ed è vero, perché è quello che io ho ricevuto. In quell’occasione ho sentito la comunità molto vicina. Ma non è stato solo quel singolo giorno perché è continuato per parecchio tempo.
Betty Botturi, Passirana/Arese, 20 maggio 2020. Foto fatta alle 21.30 nel campo che costeggia il ponte che da Passirana porta ad Arese. Sullo sfondo i colori del tramonto, si scorgono le sagome degli edifici, degli alberi, dei lampioni. I colori scuri risaltano con quelli del cielo roseo. In primo piano una pozzanghera dove tutto si specchia: cielo, alberi e vegetazione. Questa foto ricordo di averla pubblicata sui social e molti hanno chiesto dove mi trovassi, esprimendo un giudizio positivo sul luogo. In realtà questo posto di bello non ha molto, aveva piovuto e c’erano fango e pozzanghere. Avevo dato un tag a questa foto: a volte le cose non sono come appaiono.
Betty Botturi, bosco di Passirana di Rho, fine marzo 2020. Deserto, io e il mio cane. Ricordo la paura degli altri, la solitudine e la sensazione di attesa. C’è un boschetto proprio dietro casa, dove vado spesso con il mio cane e dove mi capita di passare tanto tempo a parlare con le persone che passeggiano. Di quel giorno ricordo il silenzio, stava sbocciando la primavera, gli alberi erano colmi di foglie verdi che quasi rendevano il sentiero buio. Ma in fondo c’era la luce quasi a ricordarci che il meglio deve ancora venire.
Posto del cuore
Rho ha diversi angoli che si prestano ad essere un posto del cuore. Dovessi sceglierne uno, sceglierei Villa Burba, iniziando dall’ingresso con la fontana e quel bellissimo porticato, la sala del camino e il parco. Ricordo in particolare il matrimonio di due miei amici. Sono arrivati in bicicletta e il dress code era colore, quindi tutti gli invitati erano vestiti con abiti colorati. La cerimonia si è svolta nella bellissima sala del camino e poi il rinfresco è stato fatto nel parchetto dietro la sala del camino. Ricordo che abbiamo lavorato per questo matrimonio tutti insieme per fare una sorpresa agli sposi, infatti avevamo carteggiato dei bancali di legno, li avevamo ricoperti di stoffe colorate e li avevamo riempiti di cuscini, tipo la “Colazione sull’erba” di Manet. Ho un bellissimo ricordo di quella giornata e di quel luogo. Potrei proprio definirlo il mio posto del cuore.