Di cosa sono alla ricerca
In questo momento sono alla ricerca di come garantire alla nostra comunità di poter mantenere forti i legami e continuare con le reti di comunità, nonostante il particolare momento che stiamo vivendo.
Luogo diverso
Un luogo che vorrei fosse diverso. Vorrei che fosse diverso come i miei concittadini vivono gli spazi comuni: non come degli spazi riservati per delle attività, ma come spazi di tutta la comunità.
Comunità lontana
Ho sentito la comunità lontana quando non sono riuscita a confrontarmi, a parlare, a poter socializzare con le persone. Questa pandemia un po’ ci spinge ad essere lontani, ma si stanno sviluppando strumenti ed energie per continuare a tessere reti e questo (il dialogo) fa in modo di non sentirsi mai troppo lontani.
Momento felice
Ripensando alla mia storia, ho molti momenti felici, molti paurosi. Secondo me, i momenti felici ci sono sempre quotidianamente, ci sono nelle cose belle e nelle difficoltà. Nel momento in cui sappiamo ascoltarci individualmente in tutti i momenti felici o difficoltosi, alimentiamo la nostra crescita e anche quella comunitaria. Quindi a mio avviso il momento felice è sempre, se si mantiene questa consapevolezza.
Luogo che mi piace
Il luogo in cui mi piace più stare è dentro di me, essere piantata dentro di me in ogni momento. È chiaro che se sei presente qualunque luogo è un buon luogo. Io penso seriamente che i luoghi siano belli o brutti a seconda di come li vediamo noi, di come siamo predisposti noi. Anche perché laddove vediamo oggettivamente qualcosa di spiacevole, è molto probabile che si debba aguzzare un po’ di creatività. Naturalmente mi piace tanto stare sul mio territorio di Baranzate, mi piacciono tanti luoghi che mi hanno sostenuto in questi anni: il teatro, le scuole, la biblioteca. Tantissimi luoghi nei dintorni che sono molto preziosi, bisogna saperli apprezzare, bisogna sapersi far aiutare e magari dare un proprio contributo.
Comunità
La comunità – come la penso io – è attiva, è creata da tante piccole parti che si spingono sempre avanti insieme, non si lamentano ma creano il flusso. E quando una di questi parti, un individuo, non sa come creare osserva, quindi si muove insieme con il resto della comunità in sintonia, e crea solamente osservando. Vedo la comunità come un unico organismo, un essere che si evolve in continuazione. È vero che spesso la comunità è disordinata. Probabilmente siamo disordinati e quindi non riusciamo a connetterci, non riusciamo a creare aggregazione e comunicazione, ma siamo comunque sempre interdipendenti, quindi siamo sempre comunità. C’è uno stato di comunità oppure un altro, a seconda della sintonia che ci lega.
Dal laboratorio nasce
Nel nostro laboratorio del gruppo “Ama” ho visto proprio questa evoluzione comunitaria. Siamo arrivati come individui spaventati, dubbiosi, anche arrabbiati, ma si è creata subito sintonia. Abbiamo visto questa evoluzione nello sguardo, nel tono della voce, nelle intenzioni. Abbiamo potuto avere spazio per guardare fuori, contattare le associazioni, cercare di capire, di leggere. Abbiamo partecipato ai convegni e ci siamo trovati anche in serate piacevoli tra di noi. Quello che ho visto nel nostro laboratorio è stata proprio questa evoluzione, mi viene da chiamarla naturale, una bellissima evoluzione, grande gratitudine.